1.10 La decadenza della Grecia
Con l'immenso bottino strappato ai Persiani, Atene risorse più bella dalle sue ceneri. Sotto la guida e il governo di Pericle, diventò la più splendida città della Grecia.
Allora, per gelosia e per rivalità di predominio, nacque una guerra fra essa e Sparta.
Il territorio dell'Attica è straziato dagli eserciti spartani; le coste del Peloponneso devastate dalle navi ateniesi.
Segue in Atene una terribile pestilenza, che miete vittime anche nella famiglia di Pericle.
Questi, caduto in disgrazia, è accusato dal popolo di aver male amministrato i danari dello Stato. Egli muore, e la guerra fratricida fra Ateniesi e Spartani continua.
Infuria la lotta anche in Sicilia, dove Alcibiade assale le colonie spartane, e in tutte le isole dell'Egeo e in Asia Minore.
Finalmente, lo spartano Lisandro riesce ad affondare, dinanzi alla foce dell'Egospòtamos, quasi interamente la flotta ateniese, composta di 180 navi, di cui solo 8 si salvarono. Allora, egli assedia Atene e la occupa e ne smantella i forti e le mura, le proibisce navi armate e le infligge altre umiliazioni, con un governo di trenta oligarchi: i Trenta Tiranni.
Sparta, dunque, trionfava. Ma anche lì, dimenticate le antiche leggi di Licurgo e abbandonati i severi costumi dei padri, cominciò la decadenza.
I Tebani le si sollevarono contro e, sotto la condotta di Pelopida e di Epaminonda, le mossero guerra micidialissima.
Gli Spartani furon vinti a Tegira e a Nasso, per terra e per mare; poi di nuovo sgominati a Lèuttra e a Mantinea.
Ma neppure Tebe seppe conservare il predominio sui Greci, ché le si volsero contro i Focesi.
Nuova lotta a sterminio, con l'intervento di Ateniesi, di Spartani e di altri.
Quindi, guerra fra Tebe e la Focide.
Della contesa approfittò il re Filippo di Macedonia, che a poco a poco, assediata e distrutta Olinto, occupata l'Eubea e varcate le Termopili, invasa la Focide e umiliate Atene e Sparta, ridusse ai suoi voleri tutta la Grecia.
Vincitore nel 338 a. C. a Cheronea, egli lasciò ai Greci la facoltà di reggersi sotto un loro governo, ma volle per sé la supremazia religiosa e il comando di tutte le forze militari.
Estese poi le sue conquiste fino alla Tracia, all'Illiria e al Chersoneso, fino al Danubio e all'Adriatico. Meditava una vasta spedizione per terminare il gran duello fra la Grecia e la Persia, la lotta secolare fra l'Europa e l'Asia, quando il pugnale d'una sua guardia gli troncò la vita.
Il suo disegno fu ripreso dal giovane figlio Alessandro.
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