1.2 Gli Spartani
Due re governavano contemporaneamente nell'antica Sparta, perché l'uno fosse di freno all'altro. Erano anche vigilati da 5 Efori, supremi magistrati dello Stato, eletti dal popolo ogni 5 anni e assistiti da 28 Geronti, o senatori, nominati dal popolo a vita.
In tre classi era divisa la popolazione: Spartani, discendenti dai conquistatori del Paese; Perieci, dagli antichi abitanti sottomessisi volontariamente; Iloti, da coloro che s'eran dovuti ridurre all'obbedienza con la forza.
Solo gli Spartani, passati i trent'anni, potevano partecipare al governo della cosa pubblica, intervenire alle assemblee, eleggere o essere eletti. I Perieci erano liberi soltanto di esercitare le loro professioni e i loro mestieri, di commerciare e di possedere. Gli Iloti erano come servi della gleba.
Gli Spartani eran chiamati anche Lacedemoni.
Il loro legislatore, Licurgo, aveva voluto che essi fossero forti. Perciò bandito il lusso, gli agi, le raffinatezze, le mollezze e la vita comoda. Gli uomini mangiavano insieme, in gruppi di dieci o quindici. Ognuno portava pane, vino, cacio e fichi; la carne dei sacrifici si lasciava ai più giovani; ai vecchi si dava un brodetto nero, con della farina abbrustolita.
- Come fate - domandò una volta uno straniero - a mandar giù codesta roba?
- La condiamo con l'appetito.
Durante il pasto, si doveva parlare di cose serie e importanti. E anche i re erano obbligati a mangiar fuori di casa. Una volta che il re Agide, tornato a Sparta dopo aver vinto gli Ateniesi, chiese di pranzar con sua moglie, gli Efori non glielo permisero.
Piedi nudi o rozzi sandali. Una corta tunica di lana e un mantello per 1'inverno. Affinché non si accumulassero ricchezze, usavano monete di ferro così grosse e pesanti, che abbisognava un par di bovi per trasportare un valore di dieci mine.
Perché i giovani non incorressero nel turpe vizio dell'ubriachezza, mandavano in giro, talvolta, a dar triste spettacolo di sé, un ilota ubriaco.
Appena nati, i bambini spartani venivano esaminati, se mai non fossero gracili, storpi o deformi: nel qual caso si buttavano nei burroni del Taigeto. Lo scudo paterno era la prima loro culla. Fino a 7 anni, erano educati dalla madre: abituati a camminare al buio, a non aver paura, a sopportare disagi. Dai 7 ai 18 anni, venivano affidati a pubblici educatori, vivendo anch'essi in comune come gli anziani; lotta, corse, salto, esercizi militari erano i loro giuochi; il loro libro l'Iliade, di Omero. I figli dei re venivano educati a parte.
Tutto doveva servire per la guerra. Erano permessi anche i piccoli furti, ma guai a farsi scoprire! Si racconta di un fanciullo, il quale aveva rubato una volpe. Per la strada incontra il padrone. La volpe, nascosta sotto il mantello, mordicchia il fianco del ladruncolo, e questi non dà un gemito! Si battevan talvolta i fanciulli atrocemente, in gara e in prova; qualcuno moriva, ma non fiatava.
Dovevano camminare seri, composti, silenziosi e a capo basso. Ammessi ai conviti, ascoltavano e rispondevano solo se interrogati e nel modo più breve possibile. Anche gli anziani dovevano esprimersi con poche parole: e ne derivò quello stile che dalla Laconia fu detto laconico.
Terminata una lunghissima guerra contro Atene, il generale Lisandro scrisse a Sparta:
- Atene è caduta.
Un altro, interrogato quanti fossero gli Spartani, rispose:
- Quanti bastano a tener lontani i nemici.
A un ambasciatore che chiedeva rifornimenti di viveri e che aveva pronunciato all'uopo una prolissa orazione:
- Del tuo discorso non ricordiamo il principio; il mezzo non l'abbiam capito, e la fine non ci piace.
L'ambasciatore ritornò con dei sacchi vuoti, dicendo:
- Empiteli.
E fu accontentato.
In guerra erano armati di picca, lancia e corta spada. Fregiavan gli scudi di motti e di emblemi. Uno vi dipinse una minuscola mosca:
- Mi farò così vicino al nemico, ch'egli la vedrà.
- O con questo o su questo! - dicevan le madri, quando davano lo scudo a un figliuolo. Cioè: "O torni vivo, dopo aver combattuto valorosamente, con le tue armi; o morto, recato a me sullo scudo che tu non avrai abbandonato".
Se un figlio moriva:
- Sapevo bene ch'egli non era immortale. - Come dire: "Tanto doveva morire".
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