1.9 Le battaglie di Salamina, di Platea e di Micale
Pochi giorni dopo, Atene era in fiamme. La flotta greca, terrorizzata, stava per disperdersi. Disperato, Temistocle manda un messaggio al re Serse: "Corri ad annientarla unita, d'un colpo, prima che, divisa, ti faccia guerra lunga e alla spicciolata".
Era uno stratagemma, per mantener raccolte le sue navi e per tentare sul nemico una rivincita sul mare. Accorrono, difatti, le triremi del re Serse. Lo scontro avvenne nelle acque di Salamina, il 19 ottobre del 480 a. C. L'armata navale persiana fu vinta.
Allora i Greci si rianimano. Il 22 settembre del 479, sconfiggono un'altra flotta nemica al promontorio Micale, nelle acque dell'Asia Minore; il giorno stesso battono in terra, sui campi di Platea, un esercito di centomila uomini lasciato indietro da Serse.
Serse morì assassinato. Suo figlio Artaserse dové lottare contro i Greci, i quali, condotti da Aristide e da Cimone e dallo spartano Pausania, vincitore di Platea, schiantarono la dominazione dei Persiani in Europa e portarono vittoriosamente la guerra anche in Asia e in Africa, dove le colonie greche e l'Egitto si erano ribellati.
Fu Cimone che, sulle rive dell'Eurimedonte, sconfisse una terza flotta persiana. Impadronitosi delle navi, e vestiti i suoi con le armature nemiche, sbarcò e sorprese un esercito, mandandolo in isbaraglio. Vinse i Persiani in Egitto; passò a Cipro e costrinse Artaserse alla pace. Fra le condizioni imposte, vi fu che nessuna nave da guerra persiana avrebbe più veleggiato nel Mar Egeo e nel Mediterraneo.
E Pausania, intanto, accusato di aspirare al trono di Sparta a scapito del figlioletto di Leonida, veniva condannato a morte!
Rifugiatosi in un tempio, ne murarono le porte. Sua madre fu la prima a portar le pietre; ed egli vi morì di fame.
Temistocle, accusato di essere d'accordo con lui, fuggì in Persia. Cimone fu condannato al bando!
- Così - aveva detto una volta il padre a Temistocle, accennandogli una vecchia barcaccia che imputridiva sulla spiaggia - così il popolo abbandona chi più non gli serve.
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