1. All'ombra dell'Acropoli
    1. Un nanerottolo incappucciato
    2. Gli Spartani
    3. Guerre messeniche
    4. Colonie greche
    5. Atene
    6. Le leggi scritte col sangue
    7. Maratona
    8. Alle Termopili
    9. Le battaglie di Salamina, di Platea e di Micale
    10. La decadenza della Grecia
  2. Gli dei della Grecia
    1. Gli dei della Grecia
    2. Urano e Gea
    3. Saturno e Giove
    4. Guerre nelle quali le montagne diventano proiettili
    5. La famiglia degli dei cresce a vista d'occhio
1.5 Atene
Atene, fondata a poca distanza dal mare, un migliaio d'anni, si dice, prima di Roma, e un secolo dopo di Sparta, era stata elevata al grado di capitale dal mitico Teseo. Si era retta prima a monarchia, poi a repubblica, con un Arconte sottoposto all'autorità del popolo e d'un Areopago di Anziani. In un primo tempo, la carica di arconte era stata a vita ed ereditaria, né più né meno d'una monarchia; in un secondo tempo, era divenuta elettiva e aveva avuto la durata di dieci anni; in ultimo, si elessero nove arconti insieme e ogni anno.
Ma che differenza da Sparta! Ad Atene tutto era lusso, vivacità, chiasso, gaiezza; si amavano le cose belle, i bei templi, i sontuosi edifici, i brillanti oratori, i quadri e le statue, le cerimonie sfarzose, i ritrovi, i teatri; scrittori e artisti erano onorati e glorificati; tenevano scuola i filosofi; da ogni dove i più begli ingegni venivano ad Atene; ad Atene accorrevano quanti desideravano imparare e perfezionarsi; vi nacquero o vi abitarono Demostene, il più grande degli oratori; Fidia, il sommo degli scultori; i tragedi Eschilo e Sofocle, il commediografo Aristofane, lo storico Tucidide, i pittori Polignoto e Apelle...
Chi è quello che va intorno trasandato, e cerca con una lanterna per terra? È Diogene il Cinico. Se l'interrogate, vi risponde che cerca un uomo. Fra poco si ritirerà in una botte, da cui non sarà capace di smuoverlo, con tutta la sua autorità, nemmeno Alessandro Magno.
E l'altro, all'apparenza così brutto, contro cui dalla finestra grida la moglie, e lui neppur si volge, ed è guardato in cagnesco dai magistrati, benché sia salutato con gran rispetto da tanti discepoli e riceva omaggio dallo stesso Platone? È Socrate. Sarà condannato fra poco, per la sua filosofia, a bere la cicuta.
Vedete che magnificenza! I Propilei! L'Eretteo! Il Teseion! Il Partenone! Qui si insegnano le belle arti a tutto il mondo! Ecco un monumento di Callicrate! Vedi la marmorea mucca di Mirone, sul cui piedistallo fu scritto: "Pastore, passa lungi da qui, perché la mucca di Mirone non segua il tuo branco".
Ecco in Atene, o nelle altre città greche, il celebre Discobolo di Mirone, la Niobe di Prassitele, i capolavori di Fidia: Apollo e Diana a Delfo, Minerva a Platea, Pallade sull'Acropoli, la Nemesi a Maratona e il famoso Giove a Olimpia, tutto avorio e oro, ispirato a Fidia dai versi di Omero:
"Il gran figlio di Saturno i neri sopraccigli inchinò; sull'immortale capo del Dio le divine chiome ondeggiaro, e tremonne il vasto Olimpo".
Omero! Greco anche lui; il primo e il più grande dei poeti greci, che fu per la Grecia quel che fu Dante per l'Italia; colui che con i suoi poemi diede unità di lingua e di spirito ai popoli greci, e da cui scaturirono tutte le forme della civiltà, della poesia e delle arti greche.
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